Turismo e danni… mediatici

Leggevo qualche giorno fa il solito articolo allarmistico sugli aspetti negativi che il troppo turismo, questa volta in Islanda, sta creando. Mi sono messo nei panni del lettore che  – per l’ennesima volta –  sente parlare di hotel strapieni come, del resto, quando si parla degli agriturismi italiani a Pasqua, o del capodanno a Venezia o del 15 Agosto al mare.

Gli alberghi spesso sono aperti tutto l’anno, a volte tra i 120 e i 210 giorni …e il resto dell’anno?

L’Islanda sarà anche uno splendido posto da visitare ma, pur sforzandomi, non riesco a immaginarmi dei gran pienoni in inverno o in autunno, quando le giornate di sole (forse sarebbe meglio dire luce) durano poche ore.

E non credo che nessuno avrà voglia di scrivere un articolo allarmistico su un giornale importante gridando aiuto a causa degli hotel chiusi in Islanda e della bassa occupazione…eppure forse dovrebbe essere fatto.

Vedere la stagionalità come un elemento granitico impossibile da scalfire, è solo l’ennesimo tentativo di deresponsabilizzarsi per poter sparare nel mucchio “dell’altro” i motivi di una occupazione e scarsi risultati economici.

Il revenue è un potente riequilibratore poiché, innalzando i prezzi fino a vette perlopiù sconosciute durante le stagioni di picco e gli eventi, e condizionando la domanda nella bassa e media rende il flusso turistico gestibile e producente.

Scrivere articoli che sottolineano gli aspetti negativi dei troppi flussi turistici senza spiegare le circostanziare, non fa bene al turismo e fa immaginare cose molto lontane dalla verità.

In estate tutto questo a volte scivola nel parossismo e interi redazionali e articoli sono dedicati a straparlare di hotel pieni e di albergatori ricchi, restituendo un’immagine degli albergatori e del sistema turistico lontano anni luce dalla realtà.

Lancio anche un appello affinché si eviti di scrivere di catastrofi ambientali, meteorologia pazza e guerre sante, a meno che non ci siano motivi ultraseri …evitiamo che si giochi sulla pelle dei turisti per un verso e sul sistema economico turistico per l’altro uno sciacallaggio mediatico inconsapevole dai contorni ambigui….a chi serve?

Senso di responsabilità, fatti, numeri e statistiche non secondo la logica del prelievo ma secondo quella dell’intero e soprattutto… del buon senso.

Non facciamoci del male inutilmente!

Franco Grasso

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