Mentor, tra ascolto e tecnica: Gabriele Brilli

Abbiamo intervistato Gabriele, che ha costruito un approccio con gli albergatori fatto di educazione, pazienza e soprattutto ascolto.

La sua strada sembrava già spianata; tuttavia, conscio del fatto che l’hospitality è “il lavoro migliore al mondo” (parole sue!), ha deciso di sfruttare questa passione, percorrendo la strada del revenue management.

A lui la parola.

 

Cosa (o chi) ti ha spinto a scegliere la strada dell’hospitality?

Sono cresciuto fin da piccolo in Hotel.

Mentre i miei genitori apparecchiavano le colazioni, io e mio fratello correvamo per la sala.

Quindi, diciamo che la strada era già stata spianata dalla mia famiglia; io ho solo deciso di percorrere questa strada, che ogni giorno mi sta piacendo sempre di più.

 

Cosa rappresenta, per te, il mondo del revenue management?

Per me  revenue non sono solo gli hotel, ma è una visione a 360° gradi sulle aziende, di qualsiasi tipo.

Se c’è un problema, deve essere risolto.

Come fare?

Studiare la storia dell’azienda, con numeri alla mano, può far sì che si cambi il futuro della stessa.

Smettere di “lavorare a caso”, o perché siamo abituati a muoverci in quel modo, già questo è revenue management.

Essere mentalmente aperti al cambiamento è una risorsa che cambia il modo di vedere le situazioni.

Qual è l’approccio che hai scelto con i clienti? 

Cerco sempre di essere reperibile e affidabile in qualsiasi momento.

L’approccio che preferisco è quello dell’ascolto. 

Progetti e ambizioni che cerco di trasformare in realtà (senza possedere la palla di cristallo!), valutando sempre i pregi e i difetti di una strategia commerciale.

La condivisione con il cliente è la parte fondamentale del mio lavoro; con essa si capisce se c’è sinergia, comprendendo gli errori che sono stati commessi e ripartendo seguendo la giusta strada.

 

Quali caratteristiche hai sviluppato nel tempo, sia a livello umano, che a livello professionale?

Penso che la caratteristica che meglio ho sviluppato sia quella di ascoltare.

I clienti hanno bisogno di essere ascoltati, compresi, sostenuti. 

I primi anni sottovalutavo questo aspetto e mi concentravo più sul portare a casa i risultati; ho imparato però che saper ascoltare l’imprenditore e capire le sue vere necessità spesso vale più di un “goal”.

Questo è il motivo che mi ha spinto a raccogliere più testimonianze possibili ed a offrire gratuitamente parte del mio tempo per dare indicazioni agli imprenditori del nostro settore.

 

Cosa ti contraddistingue rispetto agli altri revenue manager? E cosa invece ti avvicina a loro?

Penso che ognuno di noi voglia portare a casa un buon risultato e questo è ciò che ci accomuna.

Tuttavia, ognuno di noi lo fa in maniera diversa e personale.

Nel mio caso, cerco di mettere in pratica tutto quello che ho imparato dalle esperienze personali – soprattutto viaggiare, che è una parte del settore di cui mi occupo, insieme al mio team – tenendo sempre a mente che le esperienze all’estero riescono a farci comprendere meglio il viaggiatore, la sua cultura e, di conseguenza, far crescere le strutture che seguo.

 

 

Cosa auguri a clienti e colleghi, per superare questo anno così difficile?

Spero proprio che tutto si risolva nel più breve possibile!

Svolgiamo il lavoro del mondo nel settore più ricco di esperienze e interessante, il turismo, e vedere la sua crisi e la sua stenta risalita è doloroso, ma viaggiare è un “vizio” che difficilmente le persone perderanno.

Quindi, in attesa di tempi migliori, auguro a tutti i miei colleghi di compiere le scelte giuste e di non demordere, perché presto torneremo a viaggiare.

 

Se vuoi metterti in contatto con Gabriele, o con gli altri Mentor, questo è il link: RevenueMentor.it  oppure clicca su questa immagine:

 

Potrebbero interessarti anche...