Lavoro agile: controllo o fiducia?

La chiusura degli uffici resa necessaria nelle ultime settimane ha portato alla ribalta il concetto di smart working, modalità di lavoro agile finora riservata a poche realtà temerarie, interessate a sperimentare nuovi modi di intendere il lavoro.

Tralasciando la confusione che spesso si crea tra termini confinanti come telelavoro, lavoro agile, nomadi digitali, orario flessibile e smart working, l’attenzione viene sempre più catturata dalla tendenza dei social in questi giorni a identificare modalità sempre più sofisticate di controllare che i propri collaboratori lavorino effettivamente tutto il tempo dovuto e che la loro produttività non soffra abbassamenti significativi.

Pur comprendendo la legittima preoccupazione di ogni manager e CEO sulla ricaduta che il cambio obbligato della modalità di lavoro possa avere sull’andamento dell’azienda, mi chiedo se sia davvero il controllo la base di una gestione ottimale dei lavoratori confinati a casa. O se non si imponga un cambio di prospettiva che porti sotto i riflettori il concetto, molto meno popolare nell’ambiente business, di FIDUCIA.

Parlando di fiducia possiamo (e dobbiamo) considerarla nel suo significato più intelligente e funzionale, scevro di qualsiasi retorica, “buonismo” o sbavatura naif.

Perché solo partendo dall’idea che i nostri collaboratori vogliono lavorare, che sono perfettamente consapevoli che il loro futuro dipende dal futuro dell’azienda, che sono i primi a voler che la ditta superi indenne la crisi che si è abbattuta sulla nostra economia, ci possiamo fidare che stanno facendo del loro meglio per portare l’azienda in salvo.

La fiducia non è una concessione fatta ai lavoratori, ma una dimostrazione di una visione saggia e lungimirante.

Una testimonianza di come la fiducia può funzionare come filosofia aziendale è l’organizzazione della Franco Grasso Revenue Team, azienda che opera da sempre seguendo il sogno dei suoi fondatori, Franco Grasso e Franco Laico, di dare la possibilità a tutti i suoi dipendenti e collaboratori di portare il loro contributo senza alcuna costrizione logistica, di decidere in piena libertà i tempi e le modalità di svolgimento del loro lavoro.

La fiducia che se i propri collaboratori vengono ascoltati, coinvolti, premiati, loro tenderanno naturalmente a dare il meglio, a prendere iniziative, a fare del successo dell’azienda un obiettivo proprio.

E quando insieme alla fiducia c’è un’autentica cura per il benessere dei lavoratori, la loro motivazione non sorge più dalla paura, ma è una risposta di reciprocità a una dichiarazione di affetto e rispetto che l’azienda fa ai suoi collaboratori.

Ovviamente tutto questo può funzionare quando a monte c’è un’attenta selezione delle risorse umane che condividono i valori dell’autonomia, responsabilità e affidabilità.

E nell’operativo diventa fondamentale la condivisione chiara degli obiettivi e una consultazione periodica sulla tabella di marcia, tutto nella fiducia che ognuno farà il suo dovere nel miglior modo possibile.

Tornando a parlare di questo periodo critico, la nostra azienda ha potuto sostenere le costrizioni di spostamento, visto che i suoi dipendenti e collaboratori hanno da sempre svolto il loro lavoro da dove desideravano, inclusa la propria abitazione, e hanno spesso usato la tecnologia virtuale per le riunioni.

È una testimonianza preziosa in questo momento, soprattutto per le aziende che hanno dovuto “piegarsi” al lavoro agile, che dimostra che una filosofia aziendale basata non sul controllo e sulla paura, ma sulla fiducia, sul rispetto e sulla cura è la giusta strada da seguire affinché tutto diventi meglio di com’era prima.

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