Hotel Trend n. 14 – Analisi e previsioni mare, città, montagna e lago
Risultati marzo per montagna e città
Prima però facciamo un passo indietro analizzando il risultato a consuntivo di marzo per montagna e città in rapporto ai mesi precedenti.
Questi grafici ci dicono fondamentalmente due cose: febbraio, in linea con l’andamento epidemiologico, è stato il mese migliore dell’ultimo periodo, grazie a una presenza maggioritaria di zone gialle sul territorio nazionale; invece, marzo ha inevitabilmente visto un calo, a seguito della ripresa dei contagi e della reintroduzione di zone arancioni e rosse in quasi tutta Italia.
Tuttavia, il calo di marzo è stato molto più evidente per le strutture di montagna, quelle che chiaramente avevano deciso di rimanere aperte durante la stagione invernale. Le restrizioni alla circolazione in zone arancioni e rosse hanno provocato un drastico calo della domanda leisure, e la montagna dipende in gran parte da questo segmento.
Le città (da Milano, Roma, Napoli, Torino fino alle più piccole) hanno invece retto il colpo, nonostante tutto. Questo dato è dovuto al fatto che in questo periodo storico le strutture di città continuano a lavorare discretamente bene e ottenere risultati economicamente sostenibili (con picchi anche del 100% di occupazione nei giorni infrasettimanali) grazie principalmente al segmento business individuale (quello congressuale e MICE è chiaramente azzerato), che continua a muoversi e viaggiare nonostante tutto, e a prescindere dalla colorazione delle regioni. E grazie in parte anche al cosiddetto “terzo segmento”, ovvero quella fascia di persone che pernotta in hotel per ragioni non strettamente riconducibili né al lavoro né alla vacanza, ma che rientrano comunque nelle ragioni contemplate dalle autocertificazioni.
E’ verosimile che questo trend si ripresenti anche su aprile
Andamento maggio-ottobre per mare, montagna, lago, città
Ora analizziamo la situazione (al 12 aprile 2021) per i prossimi mesi da maggio a ottobre sui quattro cluster di riferimento, ovvero mare, montagna, lago, città, e la variazione rispetto all’ultimo rilevamento di un mese fa.
Da quest’ultimo grafico possiamo desumere che, a parte la città su maggio e giugno, l’occupazione è aumentata su tutti i cluster e per tutti i mesi, rispetto al monitoraggio effettuato un mese fa.
Questo significa fondamentalmente che la gente, nonostante le attuali restrizioni e il costante clima di terrore trasmesso dai media, continua imperterrita a prenotare per l’estate, nel desiderio irrefrenabile di viaggiare e nella convinzione ottimistica che si possa viaggiare liberamente, almeno a livello domestico, come già successo l’estate scorsa.
E l’andamento dei pickup che stiamo vedendo è quello tipico di una stagione normale pre-pandemia.
I dati più positivi sui pickup vengono da mare, lago e montagna, che in questo periodo vengono prenotati soprattutto dagli italiani e in misura minore anche da turisti europei di prossimità (tedeschi, francesi, svizzeri, austriaci, sloveni ecc.), in linea con quanto già visto l’estate scorsa.
La città stenta ancora a decollare su finestre temporali di più ampio respiro, vivendo perlopiù di clientela business domestica con finestra di prenotazione di 1-2 giorni, come abbiamo visto per i mesi precedenti. Il calo sul mese di maggio e giugno è dovuto a qualche cancellazione di clienti stranieri (ma anche italiani) a seguito di annullamento (causa Covid) di fiere/eventi inizialmente previsti per quei mesi, e in generale al clima d’incertezza che ancora attanaglia il turismo a livello internazionale per i prossimi due mesi.
Da luglio in poi vediamo una piccola crescita per le città, che diventa più evidente a partire da settembre, quando si presume che l’avanzamento delle vaccinazioni e dell’immunità a livello globale possa portare a una ripresa dei viaggi internazionali senza particolari restrizioni, nonché dei grandi eventi e fiere.
In linea di massima i dati che vediamo oggi ci dicono una cosa: ipotizzando che la situazione epidemiologica e sanitaria da giugno in poi possa essere nettamente migliore a quella attuale (sia per le vaccinazioni che avranno verosimilmente coperto i più anziani e fragili, e quindi azzerato la mortalità e abbattuto le ospedalizzazioni, sia per l’immunità naturale dei milioni di persone che hanno già avuto il Covid, che per le temperature e gli spazi aperti che favoriranno un naturale rallentamento della circolazione del virus) e augurandoci che i politici non ci riservino nuove spiacevoli “sorprese” dell’ultimo minuto, con un meteo favorevole l’estate prossima si preannuncia come la migliore di sempre per mare, montagna e lago.
A maggior ragione per la voglia gigantesca della gente di recuperare il tempo perduto dopo tanti mesi di chiusura in casa e un inverno andato a vuoto (per la montagna).
Ma sarà un’estate di forte ripresa anche per le strutture di città (come lo è stato in fondo l’estate scorsa per chi ha deciso coraggiosamente di rimanere aperto adottando la giusta strategia di vendita e ottenendo ottimi risultati), e che traghetterà verso l’auspicato ritorno alle normali performance (occupazione e ADR) pre-covid da settembre in poi.
Quello che ci induce ad essere ottimisti, politici permettendo, è che quest’estate vedremo, oltre agli italiani, molti più stranieri. Infatti, stiamo riscontrando una discreta percentuale di prenotazioni di europei UE, di inglesi (da giugno in poi) e americani (da agosto in poi).
L’introduzione del Green Pass (che consentirà ai cittadini europei di viaggiare liberamente in ambito UE potendo dimostrare di essere vaccinati, negativi al test Covid o immuni dopo essere guariti) darà sicuramente una spinta nei pickup di origine UE.
Poi ci sono gli inglesi e gli americani che in questo momento sono senza ombra di dubbio i più attivi a livello mondiale in termini di prenotazioni, anche in virtù degli ottimi risultati ottenuti con le vaccinazioni, degli spiragli forniti dai rispettivi governi e autorità sanitarie sulla possibilità per chi è vaccinato di viaggiare all’estero senza restrizioni al rientro, della ripresa e frequenza dei voli a medio e lungo raggio da giugno in poi (con l’introduzione dei cosiddetti voli Covid-tested), dei discreti sussidi economici distribuiti per aiutare le categorie più colpite dalla pandemia e far ripartire l’economia.
Poter finalmente tornare a rivedere gli americani quest’estate è una bella boccata d’ossigeno, che contribuirà soprattutto alla ripresa delle città d’arte, ed è in parte dovuto anche al fatto che gli americani, da quando è iniziata la pandemia, non hanno mai fatto veri e propri lockdown e per oltre un anno hanno continuato a viaggiare e passare le vacanze nel proprio paese. Quindi è comprensibile che molti di loro (soprattutto quelli vaccinati, e ad oggi sono quasi 130 milioni) vogliano riassaporare il piacere di viaggiare oltreoceano per godere di qualcosa che non possono trovare in patria. Da questo punto di vista chiaramente l’Italia è sempre stata tra le mete preferite. E la vivacità prenotativa che stiamo riscontrando da parte degli americani per i prossimi mesi continua a dimostrarlo.
Ci aspettiamo che questo trend in crescita diventi ancora più evidente nel prossimo mese (per poi assistere a una valanga travolgente e inarrestabile di prenotazioni da giugno in poi, come già successo l’estate scorsa), vi aggiorneremo nel prossimo bollettino.