Gli hotel che vendono a prezzi bassi rovinano la Destinazione?

Leggo ogni tanto articoli sui giornali che parlano di hotel low cost o tariffe ridicole per hotel blasonati e ogni volta viene fatto capire che sono loro la causa (o almeno una delle cause) dei problemi turistici di una Destinazione.

“I gelati killer”

La sensazione è che sia una spiegazione un po’ troppo superficiale e frutto più di un impulso che di una vera e approfondita riflessione. Una volta, alcune persone che si occupano di statistica e analisi dei dati mi hanno raccontato la storia dei gelati killer…il periodo in cui avviene il maggior numero di infarti corrisponde al picco di vendita dei gelati: da qui la facile (ed errata) deduzione che i gelati siano la causa degli infarti. Ovviamente non è vero, ma se si analizzano i dati senza approfondire si può facilmente arrivare a conclusioni errate.

È il caso di fare chiarezza perché mi sembra che spesso si affrontino questi aspetti in maniera un po’ superficiale con l’intento di spaventare più che di capire. Sotto la voce low cost c’entra tutto quello che non è capito.

Quando vedo scritto che gli hotel che abbassano il prezzo rovinano la Destinazione e che non sarà più possibile rialzarli, la mente fa un balzo indietro nel tempo: anni ’80 e ’90 quando i gruppi erano il grosso del mercato di molte destinazioni e la lotta al ribasso dei prezzi era l’arma per accaparrasi un contratto.

Una volta entrati in questo circolo vizioso, rialzare i prezzi era praticamente impossibile perché l’offerta era superiore alla domanda, e se qualcuno voleva aumentare i prezzi c’era sempre qualcun altro disposto a mantenerli bassi, facendo il gioco dei Tour Operator che gestivano il flusso turistico. Capiamoci bene, perché questa situazione non ha niente a che vedere con la vendita di oggi, dove si parla di singole camere vendute per lo più  tramite internet a tariffe variabili (nella testa rimangono impresse solo quelle basse, le altre invece non si notano).

Per questo motivo rimango perplesso quando leggo di accuse a hotel che rovinano la Destinazione….mi sa tanto di vecchi ragionamenti ricopiati pari pari e applicati ad una realtà completamente diversa.  Un albergo – o alcuni alberghi – che fanno tariffe più basse degli altri rovinano il mercato di una intera Destinazione? E come è possibile? E come vanno quegli alberghi? Male o bene?

Ma se lo dicono loro…

La cosa che fa più male è quando questi ragionamemti superficiali sono diffusi da personaggi di spicco di una Destinazione cioè coloro che hanno una responsabilità maggiore nei confronti di colleghi e territorio, perché sono i più ascoltati e stimati (magari con un bell’articolo sul giornale).

Ma se chi pensa che abbassare i prezzi rovina il mercato, si sbagliasse? E se invece fosse esattamente il contrario? E se scoprissero che in certi periodi le tariffe sono sicuramente più basse del normale, ma in altri sono molto più alte e in entrambi i periodi l’hotel riesce a vendere bene? E se scoprissero che non è il prezzo che fa la qualità? E se scoprissero che oggi è possibile aumentare i flussi di turisti proprio grazie al prezzo e alla conseguente visibilità? E se si potesse abbassare il prezzo e poi rialzarlo senza problemi? E se scoprissero che il mercato è totalmente diverso da quello che hanno conosciuto per decenni?

Le tariffe di vendita di camere hotel a cosa corrispondono davvero?

A volte mi domando se le tariffe di vendita di una struttura non corrispondano più all’opinione che l’albergatore ha del sua struttura piuttosto che all’opinione che il mercato ha della struttura.

Come tutti i cambiamenti che sconvolgono lo status quo vengono osteggiati e visti con diffidenza e questo rientra nella natura umana. Penso, però, che chi si occupa di questo settore da tanti anni e ha esperienza debba per forza mettersi in discussione. Ci vuole coraggio ed umiltà per mettere in dubbio le proprie abitudini e convinzioni, ma è sbagliato pensare che le cose non cambino e che quello che ha sempre funzionato in passato debba per forza funzionare anche in futuro.

L’ideale sarebbe capire bene prima di criticare e, quando si è capito il meccanismo, criticare se è necessario, ma in maniera costruttiva.

 

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