Agosto fa rima con turismo, e anche con revenue!
E siamo di nuovo ad Agosto. Trecentosessantacinque giorni dopo.
Ma non era sempre stato nei pensieri di tutti noi?
Per noi italiani è il mese per antonomasia, amato e odiato, a seconda delle prospettive.
Adorato da chi può finalmente mandare al diavolo tutte le responsabilità lavorative e dedicarsi quei giorni, sempre troppo pochi, di vacanza.
Attimi di Paradiso su cui ha investito ogni energia mentale, ogni risparmio per un anno intero.
Detestato da chi, invece, è costretto fra quattro mura claustrofobiche, rinfrescate dall’aria condizionata quando va bene.
E il mondo che è sempre più internet, più social, gli sbatte in faccia la goduria altrui.
Non si può affrontare Agosto indifferenti. Il bicchiere è o mezzo vuoto o mezzo pieno.
Nel traffico che si dirada anche nelle grandi città e le rende insolitamente fruibili.
O nella chiusura di tutte le attività, fonte ludica e linfa vitale per chi suda e fatica tutto il giorno.
Perché l’anno non dovrebbe chiudersi il 31 Dicembre ma il 31 Luglio.
Con un mese di Limbo, per poi ricominciare il 1° Settembre.
Agosto però, inutile negarlo, fa rima con Turismo.
E allora si cambia lato della Luna.
Detto dei potenziali (o falliti) Viaggisti, anche per il nostro caro amico Albergatore nasce un conflitto sempre più difficile da contrastare.
Mentre nella sua testa risuona il motivetto Stessa Spiaggia, Stesso Mare .
A seconda dei trend, può diventare una preghiera laica. Per quest’anno, ti prego, non cambiare.
Perché, sì, vorrebbero poter rivedere ogni cliente, per passare un’altra estate insieme a lui.
Beh, magari non tutti.
Ci sono quelli che pagano troppo poco, quelli che hanno troppe richieste, quelli che ne hanno poche ma poi lasciano giudizi estremamente negativi, quelli a cui non va bene niente, quelli che tornano davvero ogni estate e sarebbe meglio se se ne stessero a casa.
Ed ecco qui il fastidio. È il mese più importante, potenzialmente più remunerativo.
Eppure è il più faticoso. Quello al termine del quale si vorrebbe cambiare mestiere.
Per fortuna poi ci sono altri trecentotrentaquattro giorni per tirare il fiato, dimenticare e ripartire.
La memoria è galante, ci lascia ricordi migliori di quanto sospettiamo nel mentre.
Il mercato cambia, indiscutibilmente. Tante le variabili, quasi infinite, alcune tracciabili e altre un po’ meno.
L’estate però, di cui Agosto è Antonomasia, sposta gli equilibri e l’attenzione.
Alberghi e strutture ricettive di mare, di montagna, si fregano le mani. Quelli di città un po’ meno, in effetti.
Anche se l’Arte rimane in cima alla lista dei motivi per cui si viaggia.
Protagonista indiscusso però rimane il Revenue.
Se le tariffe delle camere d’albergo schizzano fino a limiti impossibili, tali da far dubitare della propria moralità fior fior di imprenditori, c’è chi deve tirare faticosamente la carretta.
Non interessa più tanto l’ultimo modello di scarpe, il vestito firmato, la borsa alla moda. Nell’acqua salata si rovina tutto.
Emerge quindi, dalla disperazione più totale, un’antica divinità pagana chiamata SCONTO.
Posto che il Revenue si può applicare a tutto, sarebbe però folle pensare che la sua declinazione potrebbe essere solo letta in ottica di dinamicità.
Sconto è un’entità ambigua che si nutre delle paure e delle necessità umane. Non è una vera e propria strategia, è più un salvataggio in calcio d’angolo.
Oltre che un’imposizione stagionale comunemente accettata. Il dictat del Competitor dice: se lo fa quello accanto, allora lo faccio anche io.
Letta in un’ottica più lungimirante, però, è una pratica efficace per destagionalizzare. Laddove la domanda scarseggia, l’abbattimento delle tariffe crea occupazione.
Il resto lo fa la psicologia del cliente, pungolato sull’aspetto godereccio del risparmio.
Non sarebbe bellissimo rompere gli schemi e ragionare più ad ampio raggio?
Certo anche in questo campo il discorso dei costi non può essere ignorato. E per ogni bene commerciabile c’è un infinito intreccio di considerazioni da fare.
Sconto però potrebbe smettere di essere un alleato estemporaneo e iniziare a rappresentare una reale tattica.
L’esempio massimo, in questo momento storico, è sicuramente rappresentato dall’applicazione The Fork.
Prenotazione snella e rapida di ristoranti sette giorni su sette.
Il ristoratore, a seconda del momento della giornata o del giorno della settimana, seleziona la possibilità di applicare dei ribassi al canonico menù.
Incontrando quindi la domanda laddove ce n’è di meno. Nell’arco di pochi anni, ha preso buona parte dell’Europa. Sconto alla sua massima potenza.
Possibile dunque che questo metodo non sia applicabile altrove?
Necessario aspettare i momenti più morti dell’anno, e solo quelli, prima di capire che il cliente è capriccioso e le sue esigenze sono dinamiche?
In mondo va sempre più verso il servizio online, ormai la lezione l’hanno capita anche i più duri di comprendonio.
Nel mentre però continuano a chiudere cinema, negozi, teatri.
Il Revenue è un’infinità varietà e possibilità di scelta, di interpretazione e di soluzioni.
Applicarlo e padroneggiarlo necessita solamente di un po’ di inventiva e tanta elasticità mentale.
Sta a noi capirlo.
O vogliamo aspettare un altro anno che venga Agosto?