Mentor tra ascolto e tecnica: Edoardo Furi
Ogni azienda costruisce il fronte in prima linea, quello che lavora con i clienti, li ascolta, li accoglie.
Il nostro è costituito dai mentor, che svolgono un lavoro particolare, il quale mixa la tecnica all’umanità.
Abbiamo intervistato Edoardo, che ama confrontarsi giorno dopo giorno con gli albergatori, ascoltarli, venire loro incontro.
All’inizio della sua carriera, aveva scelto una strada totalmente diversa; dopo, conscio della sua bravura nel creare relazioni, ha deciso di sfruttare questa sua dote, entrando nel mondo del revenue management.
A lui la parola.
Come hai iniziato questo lavoro? Cosa ti ha spinto a sceglierlo?
La mia storia parte da tutt’altro mondo. Inizia con un test di ingresso per l’università di Agraria a Firenze.
Mi ero appena diplomato come perito agrario e pensavo che quella fosse la mia strada.
La sera prima del test di ingresso qualcosa però dentro di me cambiò e capii che il mio percorso sarebbe stato un altro.
Dovevo ancora sviluppare una vera esperienza professionale, ma in una cosa ero bravo o almeno, mi riusciva naturale: creare relazioni, parlare con le persone ed esplorare.
Iniziai a pensare a quale fosse l’ambito che più faceva emergere queste mie caratteristiche. E scelsi il settore dell’hospitality.
La mia formazione partì da Londra, dove abitai per due anni, lavorando anche per uno dei più importanti hotel a cinque stelle, il Connaught Hotel.
Dopo questa esperienza sentivo però la mancanza della mia terra e dei miei affetti e quindi decisi di tornare in Italia e mettermi a confronto con strutture ricettive locali.
Ho lavorato per circa 8 anni a Be Vedetta una piccola catena, gioiello di Scarlino. Qui, grazie alla professionalità e umanità della proprietaria, sono stato accolto come un figlio.
Sono cresciuto umanamente e professionalmente. Ho ricoperto tutte le posizioni all’interno della struttura e questo mi ha permesso di interfacciarmi con i reparti, capire le problematiche e vedere le situazioni da una diversa prospettiva.
Successivamente, ho deciso di mettermi alla prova sulla materia che più mi affascinava in Hotel, il Revenue Management.
Le motivazioni e la voglia di arrivare mi esaltano e mi stimolano a dare il massimo.
Ecco perché, quel giorno, decisi di inviare la mia candidatura a Franco Grasso, dimostrando tutta la mia voglia di mettermi in gioco.
Cosa rappresenta, per te, il mondo del revenue management?
Per me il mondo del revenue management rappresenta l’eterna sfida tra lo scegliere di vivere e lavorare in modo statico, subendo passivamente le decisioni altrui e lo scegliere di vivere e lavorare in modo dinamico, con un approccio propositivo al cambiamento.
Fin da bambino sono stato abituato al cambiamento, ad affrontare la vita con ottimismo e serenità, che mi permette di essere pronto a percorrere un cammino sempre diverso.
Per questo oggi, quando parlo con gli albergatori, spiego loro che ragionare con strategie flessibili, significa lavorare con un occhio rivolto al mercato, scostandosi dalle vecchie metodologie, rivolte esclusivamente alle esigenze dell’albergatore.
Quanto è importante per te il rapporto con i clienti?
Credo sia l’aspetto più importante.
Curo personalmente ogni singolo cliente.
Per me, instaurare un rapporto umano, prima ancora di quello professionale, è vitale per collaborare al meglio.
Mi relaziono ogni giorno con diversi albergatori, con i quali ci confrontiamo, analizziamo i numeri, programmiamo le strategie e puntiamo sempre al raggiungimento del massimo obiettivo.
È un’eterna sfida con me stesso per soddisfare i miei clienti, ottenere il meglio a livello di performance e costruire rapporti umani e professionali.
Il confronto con nuove realtà riesce a darmi energia ed a fa sentire vivo, stimolandomi a crescere e a non mollare, anzi mi spronandomi a fare sempre il meglio.
Quali caratteristiche hai sviluppato nel tempo, sia a livello umano, che a livello professionale?
A livello umano, in questi anni ho lavorato molto sull’aspetto empatico e relazionale.
Saper ascoltare l’albergatore, dando sicurezza, ottimismo e soprattutto disponibilità, credo che sia uno degli aspetti che curo di più.
Per quanto riguarda il lato professionale, credo che sia andato a pari passo con quello umano.
Ovvero prima la critica veniva digerita come una critica alla persona; con il passare del tempo, riesco a contestualizzare e a vedere sempre l’aspetto positivo, anche davanti a un possibile errore.
Cosa ti contraddistingue rispetto ad altri revenue manager presenti in Italia?
Una cosa per la quale vado fiero sono i rapporti umani e professionali che ho costruito con i clienti e con il mio gruppo di lavoro.
La caratteristica distintiva che distingue me (e i miei colleghi di FGRT!) è quella di lavorare in un gruppo di specialisti unico in Europa e forse nel mondo.
Il nostro Team è un sistema umano nel quale l’osservazione costante del mercato e la modulazione della strategia è sempre confrontabile tra colleghi.
Siamo una vera e propria “rete neurale”, dove la continua condivisione di insight, visioni e decisioni sono il carburante per l’elaborazione individuale, supportata dal confronto costante sia diretto, sia attraverso l’osservazione delle tecniche e dei risultati dei colleghi.
Rapporti intensi, fatti di fiducia, valore umano e professionalità, che alcune volte si trasformano anche in vere e proprie amicizie.
Questa per me è la più grande vittoria.
Per quanto riguarda i risultati, invece, preferisco far parlare le strutture che seguo.
Quali potrebbero e dovrebbero essere, secondo te, i miglioramenti da operare nel mondo alberghiero?
Credo che i miglioramenti da operare siano diversi, in molteplici ambiti.
Se vogliamo focalizzarci su determinati aspetti, direi che i più importanti sono: digitale, umano ed esperienziale.
Il lato digitale e quindi sistemi operativi informatici, sono fondamentali per automatizzare moltissime procedure, per far risparmiare tempo e massimizzare i fatturati delle strutture.
L’altro aspetto fondamentale è quello umano.
Sono pienamente convinto che, nonostante l’avanzamento della tecnologia, il valore umano rimane sempre al centro dell’ospitalità.
Il personale di un albergo che ci accoglie in modo sorridente, empatico e disponibile, ci fa stare bene, riesce a cambiare la percezione che abbiamo del servizio e del contesto.
Inoltre, ci lasciamo coccolare più volentieri
Saper rendere speciali le persone è la grande sfida.
Infine, le esperienze, i servizi e le attrazioni.
La grande sfida sarà quella di digitalizzarle, rendere visibili online e fruibili a tutto il mercato.
Infine, la parte esperienziale: far conoscere il prodotto turistico tramite esperienze locali, per mostrare ai turisti stranieri la vera origine delle nostre terre.
Cosa auguri a clienti e colleghi, per superare questo anno così difficile?
Il mio più grande augurio, oltre a tanta serenità, è quello di poter rivedere presto gli indici che tanto piacciono tanto, ovvero alte occupazioni, importanti ricavi e corposi fatturati.
E, soprattutto, riassaporare la libertà.
Buon revenue a tutti!
Se vuoi metterti in contatto con Edoardo, o con gli altri Mentor, questo è il link: RevenueMentor.it oppure clicca su questa immagine: