Il Revenue e le marche geografiche

La globalizzazione viene ancora interpretata dall’albergatore classico come una minaccia alla gestione “italica” dell’ospitalità, fatta di accoglienza familiare e ristorazione, che ha portato così tante soddisfazioni negli ultimi anni…di un “millennio ormai passato”.

Ma è proprio la stessa globalizzazione che può diventare un’opportunità, forse l’unica, per gli albergatori che intendono invertire marcia e creare una base commerciale costruttiva in un mercato così volubile.

Oggi, clienti “senza fronzoli”, da ogni parte del mondo, possono viaggiare grazie ai benefici della “rete”: di conseguenza gli hotel presenti in destinazioni meno popolari possono esser più visibili, meglio vendibili. Come?

Per loro basta seguire le nuove regole del mercato. Se è vero che il Revenue aiuta ad aumentare ricavi, occupazione e popolarità, è pur vero che se un hotel è localizzato in una destinazione fuori dalle coordinate turistiche, tutti questi processi si rallentano.

La “marca turistica” non rimane più come un semplice espediente di puro marketing per un’impresa turistica – che vuole sfruttare gli elementi di aggregazione, di valori imprenditoriali, di aspettative ed emozioni legate ad un territorio trainante – ma diventa vero e proprio criterio di ricerca e di fruizione di servizi.

Da qualche anno Booking.com – e chi con esso – si sta dividendo la torta del mercato della operating on line in “free sale” , modificando i criteri sostanziali di ricerca della destinazione per “arrivare ad accaparrarsi una camera al miglior prezzo disponibile”.

Oggi il “brand concept” è divenuto fondamentale per allargare il raggio d’azione commerciale di un’attività alberghiera.

Per questo, per essere particolarmente vendibili su Booking.com non basta emergere sul ranking solo ed esclusivamente nella ricerca della micro-destinazione (città o paese di riferimento), ma diviene sempre più necessario scalare posizioni sulla macro-destinazione di riferimento.

Ad esempio: un hotel stagionale (mare o montagna) situato in un luogo senza risonanza commerciale e lontano dai centri di attrazione turistica (mare/spiagge o piste da sci), può vendere molto meglio di tanti altri hotel geograficamente più favoriti dalla vicinanza ai centri di attrazione turistica: ma solo se è ben posizionato, preferibilmente in prima o seconda pagina di ricerca, sul ranking della macro destinazione (costa/litorale/riviera o comprensorio sciistico o montano).

Sfruttando la potenza commerciale del “brand geografico” a cui ci riferiamo, curando la brand reputation -ponendo particolare attenzione che il micro punteggio di rapporto qualità/prezzo sia sempre apprezzato – e dinamicizzando le tariffe si crea il mix vincente per non distogliere attenzione e popolarità attorno alla propria struttura alberghiera.

Dunque, nell’era del free sale e della globalizzazione, l’algoritmo del successo è semplice:

Popolarità + visibilità sui migliori canali di vendita = garanzia e costanza di massimizzazione dei ricavi.

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