Ponte dal 29 maggio al 2 giugno: ecco come è andata

Era un test importante per noi per capire la reattività del mercato e quello che possiamo aspettarci da questa stagione. Il responso, su un campione di un centinaio di nostre strutture leisure aperte (mare, montagna, lago ecc.), è stato molto soddisfacente.

Per una serie di ragioni: l’Italia usciva da poco dal lockdown con tutti gli aspetti psicologici ed economici annessi.

La maggioranza delle strutture leisure di riferimento ha superato la soglia del 50% d’occupazione sull’intero periodo dei 4 giorni potenziali di vacanza (29,30,31,1), qualcosa che sembrava un miraggio fino a qualche tempo fa (ricordiamoci che l’occupazione media degli hotel italiani da marzo a oggi, in linea col dato europeo, si aggirava intorno al 10%)

In alcuni casi virtuosi abbiamo riscontrato anche situazioni di fullybooked e incrementi del revpar di oltre il 10% rispetto allo stesso periodo dell’anno prima

E poi perché questi risultati sono ancora più eclatanti se consideriamo che fino al 3 giugno in Italia ci si poteva muovere solo all’interno della stessa regione.

Cosa che ci induce ad essere ottimisti sull’andamento della stagione, ora che è finalmente possibile spostarsi tra le regioni e sono state riaperte le frontiere con i paesi europei e, presto, con il resto del mondo.

E il caso del Ponte appena trascorso non è un caso isolato e fortunato, ma rappresenta la fotografia di un trend già iniziato il weekend precedente (22-23 maggio) e visibile nei prossimi weekend di giugno.

Un trend che in realtà è già consolidato in altri paesi che sono usciti dal lockdown ben prima dell’Italia.

E che ci induce a pensare che bisognerà stare molto attenti durante la stagione a monetizzare e massimizzare i ricavi soprattutto in questi periodi con un’attenta dinamicità tariffaria.

In un precedente articolo abbiamo inquadrato proprio queste e altre dinamiche, che ci accompagneranno durante questa stagione

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