Due miliardi di persone in viaggio nel 2030: siamo pronti ad accoglierli?
Una buona notizia. Ce la dà il report Future Traveller Tribes 2030, studio commissionato da Amadeus e presentato al Travel Technology Day di Milano.
Entro il 2030 1.8 miliardi di persone viaggeranno in tutto il mondo – fuori dai confini nazionali – ovvero 700 milioni in più rispetto al totale dei viaggiatori odierni.
La ricerca li distribuisce in 6 cluster ben definiti:
- Accumulatori di esperienze sociali, cioè quei viaggiatori – costantemente connessi al web – che amano particolarmente la condivisione in tempo reale del proprio viaggio. Saranno loro i principali ambasciatori della struttura o della località dove si troveranno in quel momento. E se pensiamo che il solo Facebook oggi conta quasi un miliardo e mezzo di utenti, il tasso di penetrazione tra 15 anni sarà pressoché totale.
- Fan della semplicità è il cluster formato per lo più dalla famiglia media che viaggia con un unico scopo: il relax totale. Quindi sceglierà pacchetti vacanza e si preoccuperà che il momenti di svago si svolga al riparo da imprevisti.
- Puristi Culturali: per loro la vacanza dovrà essere essenzialmente un’opportunità per immergersi in culture diverse, alla ricerca di esperienze autentiche.
- Viaggiatori etici: la loro attenzione sarà focalizzata soprattutto sull’impatto che il loro viaggio potrà avere sull’intero ecosistema. Sceglieranno luoghi dove poter impegnarsi per migliorare la vita degli altri anche con attività eco-sostenibili.
- Cacciatori di gratificazioni: lo scopo di questi viaggiatori sarà quello di andare alla ricerca di un’esperienza memorabile. Il viaggio per questa tribù dovrà essere il premio, la gratificazione – appunto – ai loro sforzi lavorativi quotidiani.
- Forzati del viaggio: si muoveranno secondo un obiettivo specifico, per motivi personali o di lavoro saranno vincolati a un determinato lasso di tempo e al budget. Cercheranno supporto nella tecnologia per rendere il proprio viaggio il meno stressante possibile.
Il Viaggista
Anche noi abbiamo un cluster, ed è: il Viaggista. Termine che sta ad indicare il viaggiatore e il turista che si fondono in una unica figura, che oggi rappresenta in pieno il mercato e che credo lo rappresenterà anche tra 15 anni.
Le sue principali caratteristiche: è on line oriented, libero, colto, conosce il mercato meglio dell’albergatore perché il mercato è lui; la sua sensibilità al denaro da spendere dipende da quanto ne possieda ma anche dal momento…molto tempo prima e all’ultimo giorno vuole spendere poco ma se è interessato non bada a spese; Todi o Melbourne non gli cambia molto; in genere ha poco tempo da dedicare ad ogni singolo viaggio…ma se motivato può trattenersi anche un mese; si muove con tranquillità anche fuori stagione (destagionalizza); ogni posto può suscitare il suo interesse (delocalizza).
Accoglienza e Ospitalità
Ad ogni modo, di qualunque tribù di viaggiatori parliamo la domanda è una sola: siamo pronti ad accoglierli? Non ancora, o non del tutto, secondo me. Ma il revenue in questo caso, anche alla luce delle brillanti previsioni di Future Traveller Tribes 2030 (e delle nostre, specialisti in forecast) potrebbe davvero diventare il motore di tutta la macchina: una macchina etica… semplice… culturale… gratificante….