L’elemento umano è ancora alla base dell’industria del turismo?
Automazione e domotica sono termini che sempre più prepotentemente stanno entrando nelle nostre vite.
Anche quando si parla di hotellerie, ormai da qualche anno, facilmente troviamo spunti di ogni genere: check-in automatici, receptionist elettronici, concierge virtuali, servizio in camera ordinato tramite tablet o apposite app.
Un mercato molto vasto per questo tipo di innovazioni è sicuramente rappresentato dalle piccole strutture che, per tentare di ovviare a difficoltà intrinseche alla propria natura, si rivolgono alla tecnologia.
Argomenti come questi rimandano velocemente a discussioni e speculazioni pseudo-etiche sulla sostituibilità del fattore umano, sulla necessità di preservare posti di lavoro ma anche sulla sostenibilità aziendale. Proprio nel momento in cui abbiamo appena superato lo sciopero dei casellanti strategicamente fissato in coincidenza con il primo finesettimana di agosto, ci imbattiamo nella notizia riguardante la decisione di Amazon di disattivare i Dash Button.
Quello che solo una manciata di anni fa sembrava un cambiamento epocale, è già diventato un obsoleto orpello, reso tale dai ben più performanti assistenti personali intelligenti perfettamente in grado di, almeno in apparenza, gestire un’intera casa.
Per il colosso di Bezos una scelta coerente con i piani di sviluppo la prossima apertura di un’enorme quantità di nuovi supermercati Amazon Go .
Non rimane a guardare il nostro continente con progetti – per ora – in fase di sperimentazione in Inghilterra e Francia che vanno nella stessa direzione.
Certo, il confine fra il tentativo di migliorare la vita del prossimo e l’obiettivo di controllarla è spesso labile.
I supermercati superintelligenti avranno la capacità di tracciare milioni di dati sui nostri acquisti e sulle nostre preferenze più o meno come finora è stato fatto con le varie tessere punti e carte fedeltà.
Altrettanto certamente – per tornare al nostro – non possiamo evitare di domandarci se non sia il caso di sforzarci di più per essere umanamente performanti.
Nel turismo, senza dubbio, il contatto è una componente essenziale: prima della scheda elettronica, la vecchia chiave pesava in tasca, si perdeva e costava la sostituzione.
Altrettanto, però, forniva l’occasione per, almeno due volte al giorno, incontrare l’ospite e la scusa per verificare la qualità del soggiorno, per offrire un sorriso e magari anche per vendere.
Pensare che l’avanzamento tecnologico debba sostituire l’uomo in ciò che non abbiamo più voglia di fare o in quello che non siamo più capaci di fare rischia di essere un errore.
Se è vero che stiamo tutti, volenti o no, andando verso un futuro in cui la fantascienza sarà sempre più reale e quotidiana possiamo ammettere che, almeno in qualche ambito della nostra esistenza, continuerà a essere importante mantenere l’elemento umano?
E perché no proprio nel Turismo?
In fondo basta un minimo di dedizione, di passione e (forse) un po’ di formazione.
Del resto, a guardar bene, siamo lì per quello.