Revenue in Bulgaria: mission possible
Era una settimana piena, questa. La nostra riunione plenaria, il corso di Restaurant Management di Goffredo D’Andrea e la partecipazione ad HospitalitySud con gli interventi di Emiliano Viola. Ragioni sufficienti per andarcene in Bulgaria.
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Scherzi a parte, sono ormai tre anni che seguiamo strutture nella zona del Mar Nero.
E la soddisfazione dei clienti ci dice che è un Paese affamato di Revenue. In effetti la commercializzazione delle strutture ricettive è ancora piuttosto tradizionale, soprattutto lontano dalla capitale, al mare o in montagna che sia. Con Riccardo Moglioni atterriamo a Sofia.
E ci accolgono le cime innevate dei monti Vítoša. Torna alla mente una delle poche parole imparate: dobrè. È come dire ”ok” o ” va bene”.
Ed è pure uno dei vocaboli più facilmente pronunciabili del bulgaro, una lingua complicata che ha seri conti in sospeso con le vocali.
Gli incontri commerciali in programma sono stati organizzati da Anton, proprietario del St. George Hotel&Spa di Pomorie, nostro primo cliente in Bulgaria e ormai appassionato di Revenue tanto da affiancarci nelle nostre azioni di sviluppo.
Ci attende all’aeroporto e insieme attraverseremo in macchina il paese verso la costa. Durante il viaggio si manifesta anche un po’ di Italia quando alla radio passa Nek.
Ma – no – non quello dell’ultimo discusso Festival di Sanremo bensì quello alla ricerca di Laura che non c’è, datato 1997.
Potrebbe pure essere un caso ma il dubbio diventa sospetto quando capita di ascoltare anche Eros duettare con Tina.
Allo stesso modo la vendita delle camere è quasi esclusivamente in mano ai tour operator, internet e OTA sono quasi solo concetti, conosciuti ma poco compresi.
C’è un bel po’ di strada fare. Molta più di quella che separa Pomorie da Varna.
Lì abbiamo i primi due impegni ufficiali. Uno è per incontrare il nostro secondo cliente, il Graffit Design Hotel, fare il punto su tutti gli aspetti della collaborazione e tirare le somme.
Non in euro ma in leva, ovviamente.
Il secondo, invece, è con un 4 stelle di 80 camere. Ci sediamo e veniamo a conoscenza del fatto che già per conto loro applicano politiche dinamiche e tariffe variabili. Negli occhi e nella mente, abbiamo ancora freschi i risultati dello screening preliminare:
*per ragioni di privacy abbiamo eliminato ogni riferimento alla struttura
Ok, va bene… Anzi, dobrè, dobrè forse non intendiamo la stessa cosa quando parliamo di prezzi dinamici.
Ad ogni buon conto, le due ore abbondanti di riunione passano veloci e sono tante le domande che ci vengono poste per capire come operiamo, i dettagli del nostro intervento e i possibili margini di miglioramento.
Al termine dell’incontro, ci alziamo con nuove consapevolezze: in Bulgaria il turismo può crescere enormemente e mettono le impronte digitali sui biglietti da visita.
Un’ottima cena a base di pesce del Mar Nero conclude la prima, intensa giornata.
Ceniamo con Anton e, come tradizione vuole, cominciamo con una rakjia, come si usa da queste parti, a stomaco completamente vuoto.
Per chi fosse interessato, qui c’è un video grazie al quale è possibile apprendere in soli 5 minuti e 39 secondi le tecniche di base per la produzione della tipica grappa est-europea.
A centro tavola l’immancabile shopska e al centro dei discorsi il Revenue Management. È piacevole osservare il cambiamento di Anton in termini di coscienza commerciale.
È solo questione di tempo.
Ci è voluto un po’ prima che lui si convincesse e che il St. George cominciasse ad essere un hotel revenue ma oggi difficilmente tornerebbe indietro e sono sempre meno le camere che sono concesse in allotment.
Domani la tabella di marcia prevede Sandanski e per affrontare tutti quei chilometri meglio essere ben riposati. Ce ne andiamo quindi a dormire sereni pensando che così come è stato per Anton, fra un anno anche gli albergatori incontrati oggi saranno diversi e la Bulgaria un po’ più Revenue.