Ed Sheeran – Il vero artista Revenue?

Ciao, sono Ed Sheeran. Questa è la mia chitarra, questo è un sistema elettronico di pedali che mi permetterà di duplicare e manipolare suoni e voce. Per due ore canteremo assieme e le mie corde vocali partiranno, perciò pretendo che partano anche le vostre!

Parafrasi non molto lontana dalla presentazione con cui il 28enne artista britannico, fenomeno commerciale indiscusso dell’ultimo decennio, apre i suoi concerti.

Una premessa pragmatica, quasi una excusatio non petita, volta però a svelare la magia. Non c’è trucco, non c’è inganno. Sono io, da solo, sul palco. E vi divertirete come matti con la mia musica.

Ed è forse già qui la chiave di lettura più intrigante, la condizione che rende Ed Sheeran l’artista (musicale) Revenue per eccellenza.

L’apparente semplicità di esecuzione, la sua, che porta a ricavi mostruosi.

L’industria musicale è ampia e variegata. Affrontarla in tutte le sue sfaccettature diventerebbe esercizio complesso.

Esiste un sottobosco sconfinato di piccoli e medi musicisti che si arrabattano nel tentativo di sfondare. Con tutte le difficoltà, economiche e logistiche, del caso.

Per loro la tournée è un trampolino verso la notorietà e una spinta per la vendita dei dischi.

Al contrario, i grossi calibri raccolgono attraverso i concerti tutto ciò che di buono marketing e sovraesposizione mediatica gli hanno apparecchiato.

In un’analisi completamente votata al puro divertissement, proviamo a determinare i costi che un musicista deve sostenere per affrontare un lungo, faticoso e remunerativo tour.

Nella scissione fra costi fissi e costi variabili, ci accorgiamo ben presto di come i secondi siano pressoché inesistenti.

Una volta indotto il fruitore, occasionale o abituale che sia, ad acquistare il biglietto, lo spettacolo va in scena senza l’aggiunta di alcuna spesa.

Anzi con la possibilità di commercio di servizi accessori, quali magliette o gadget di varia natura (cross selling).

A meno che non si tratti degli Who, o artisti che ne hanno ricalcato le bravate sul palco. Pete Townsend per primo spaccò una chitarra alla fine di un’esibizione, seguito a ruota dalla sua band di geniali pazzi furiosi (sebbene sir Paul McCartney sostenga che i suoi Beatles lo facessero al Cavern da ben prima).

Ecco, quello sarebbe un costo variabile. La fortuna delle case discografiche è che non sia una pratica troppo diffusa.

Abbiamo perciò a che fare solo con costi fissi

Sarebbe meraviglioso poter entrare nel dettaglio dei conti di questi pezzi da 90. Per capire effettivamente quanto Revenue netto produca un loro tour.

La verità è che gli accordi sono figli di contratti e clausole riservatissime che, salvo involontarie fughe di particolari, non vengono dati in pasto ai media.

Nella negoziazione e pianificazione di una tournée, ci sono tanti elementi da definire.

Le location con relativo affitto, il trasporto delle crew, dei musicisti, degli strumenti e del palco. Alcune star percepiscono cachet stratosferici per ogni esibizione.

E poi ancora alberghi e pasti. Oltre a innumerevoli capricci che rendono affascinanti, agli occhi dei comuni mortali, questi divi leggendari.

Dati noti, invece, riguardano gli incassi lordi che ogni artista frutta alla fine di ogni giro del mondo.

Ecco una classifica aggiornata della top 5 dei più remunerativi di sempre.

  1. U2: U2 360° Tour – tra il 2009 e il 2011. 110 concerti. 7.272.046 spettatori (affluenza media per concerto 66.110 persone). Incassi lordi pari a 736.421.584 di dollari = Ricavo Medio per Persona per Concerto circa 101 dollari.
  2. Ed Sheeran (vedi più avanti)
  3. Guns N’ Roses: Not in This Lifetime… Tour – tra il 2016 e oggi. 159 concerti. 4.377.126 spettatori (affluenza media per concerto 35.017 persone). Incassi lordi pari a 563.300.000 di dollari = Ricavo Medio per Persona per Concerto circa 128 dollari.
  4. Rolling Stones: A Bigger Bang Tour – tra il 2005 e il 2007. 144 concerti. 4.680.000 spettatori (affluenza media per concerto 32.500 persone). Incassi lordi pari a 558.255.524 di dollari = Ricavo Medio per Persona per Concerto circa 119 dollari.
  5. Coldplay: A Head Full of Dreams Tour biennio 2016-17. 114 concerti. 5.389.586 spettatori (affluenza media per concerto 45.128 persone). Incassi lordi pari a 523.033.675 di dollari = Ricavo Medio per Persona per Concerto circa 97 dollari.

La seconda posizione è occupata dal nostro artista Revenue. Prima di andare a snocciolare i numeri, c’è un’importante considerazione da fare.

Ed Sheeran si presenta da solo sul palco.

Ha la sua chitarra (varie, per essere precisi) e un sofisticato pedale elettronico che gli permette virtuosismi canori e sonori. Stop.

Nessuna band, nessun corpo di ballo, nessuno spettacolo pirotecnico. Giusto un maxi schermo alle sue spalle che proietta immagini a tema.

Chissà, forse basta un’auto per scorrazzarlo in giro per il mondo.

Gli U2, giusto per citare i primi della classifica degli incassi, per ogni tappa del loro 360° tour imbastirono uno show ipersonico.

La band suonava su una sorta di impalcatura a forma di aracnide dal peso di 200 tonnellate, sopra cui troneggiava un complesso comparto video composto da 888 piccoli pannelli LED, chiamato The Claw.

Tecnologia e manifattura mai viste. Per spostare tutto ciò che serviva a sostenere ogni concerto, furono necessari circa 120 camion.

Uno scherzo a confronto dei 7 boeing 787 e 70 camion contenenti i materiali per il palco (senza contare quindi backstage staff, musicisti e ballerini) necessari a sostenere le necessità del Formation World Tour di Beyoncé nel 2016.

Ma veniamo al dato più succoso, quello che fa poi la sua strategia commerciale.

Ed Sheeran: ÷ Tour – tra il 2017 e oggi. 236 concerti. 7.963.604 spettatori (affluenza media per concerto 33.744 persone). Incassi lordi 688.358.075 di dollari = Ricavo Medio per Persona per Concerto circa 86 dollari.

Due dati spiccano. Il numero di esibizioni e il prezzo di vendita più basso. Suona di più, costa di meno. Per questo, complessivamente, attrae più gente.

Tra l’altro, i numeri di Sheeran sono in crescita visto che, solo nel Belpaese, nell’arco di circa una settimana, ha coperto Firenze, Roma e Milano e raccolto oltre 60.000 persone per ogni data.

Il risultato sarebbe stato lo stesso se il prezzo del biglietto fosse stato più alto? Difficile stabilirlo.

Certo ci vuole grande passione per il mestiere, oltre che smisurato stacanovismo. Parliamo di un ragazzo che nasce dal nulla e che sta assaporando ogni istante di notorietà.

Stare in scena per lui è gioia pura. Per altri è motivo di stress e fatica.

Sheeran però il giusto connubio fra tutto ciò che una casa discografica potrebbe desiderare. Bassi costi fissi e un numero quasi spropositato di concerti eseguiti.

Oltre all’amore per il suo mestiere, la sua arte.

Perciò, sì, è l’artista Revenue che tutti vorrebbero.

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